SI PUÒ FARE COLAZIONE PRIMA DELLA DONAZIONE?

Il mattino del prelievo è preferibile aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè/ o caffè poco zuccherati, pane non * condito o altri carboidrati semplici.

Cosa mangiare (e non) prima della donazione
Nelle 24 ore precedenti la donazione, è necessario assumere tanti liquidi e mangiare cibi con pochi grassi.
Questo ci permette di non pregiudicare la qualità delle componenti ematiche prelevate e non alterare gli esami del prelievo.
Il giorno della donazione è, infatti, possibile fare colazione con succhi di frutta poco o non zuccherati, thè e caffè, biscotti secchi (senza aggiunta di cioccolato o panna), pane semplice, fette biscottate.
È molto importante, invece, evitare di assumere tutti i latticini e alimenti a base di uova; allo stesso tempo, sono vietati anche insaccati, salse, fritture di qualsiasi genere, nonché alcolici.

 

HO MESSO UN PIERCING, POSSO DONARE?

Fori per orecchini, tatuaggi, piercing: tutte queste applicazioni al nostro corpo prevedono poi una sospensione delle donazione. Quindi non è vero che non si può più donare se ci si fa un piercing: basta solo attendere il giusto periodo di sospensione. (4 mesi)

DOPO QUANTO POSSO DONARE SE SONO STATO DAL DENTISTA?

48 ore per cure di minore entità da parte di odontoiatra o odonto-igienista
-1 settimana dalla completa guarigione clinica per l’estrazione dentaria non complicata , la devitalizzazione ed altri interventi (es. implantologia) assimilabili ad interventi chirurgici minori.
-4 mesi nel caso di innesto di tessuto osseo autologo o omologo

 

N.B. IN CASO DI ASSUNZIONE DI FARMACI POSSONO ESSERE PREVISTI DEI PERIODI DI ATTESA, DALL’ULTIMA SOMMINISTRAZIONE, PRIMA DI POTER DONARE(Es. 15 giorni per antibiotici)

HO PRESO GLI ANTIBIOTICI: POSSO DONARE?

Noi donatori dobbiamo avere a cuore la nostra salute e quella delle persone a cui doniamo il sangue: se per combattere un’infezione prendiamo antibiotici, é necessario dare al nostro corpo il tempo di smaltire il farmaco prima di poter donare. 15 giorni di sospensione dopo la fine dell’assunzione è il tempo richiesto, e l’ultima parola spetta sempre al medico trasfusionista.

HO FATTO UNA RISONANZA MAGNETICA, POSSO DONARE?

Dopo aver effettuato una risonanza magnetica con mezzo di contrasto, occorre fare una sospensione di 15 giorni;
nessuna sospensione se senza mezzo di contrasto.
L’ultima parola spetta al medico del centro trasfusionale: consigliamo di portare il referto dell’esame al momento della donazione.

I CELIACI POSSONO DONARE?

Fino al 2005 le persone affette da questa malattia non potevano donare.
Con il D.L. 3 Marzo 2005 e con il D.L. 2 Novembre 2015 invece si conferma la possibilità di donazione per le persone celiache che seguono una dieta senza glutine.

COME SI DONA IL SANGUE?

Un medico, o un infermiere professionale sotto la responsabilità del medico, effettua il prelievo dal donatore che nel frattempo è stato fatto distendere su una apposita poltrona-lettino. Viene apposto un laccio emostatico su un braccio e viene inserito l’ago in una vena, dopo accurata disinfezione della pelle; il sangue defluisce spontaneamente sino a riempire una sacca di raccolta in cui sono già contenuti un liquido anticoagulante e altre sostanze utili alla conservazione ottimale del sangue. Vengono inoltre riempite alcune provette per l’esecuzione degli esami previsti dalla legge. AI termine della donazione il donatore viene invitato a rimanere disteso per qualche minuto, quindi può consumare un leggero ristoro.

QUANTO SANGUE VIENE PRELEVATO?


Il volume del prelievo di sangue intero, stabilito dall’attuale normativa, è uguale a 450 millilitri più o meno il 10%. Tale quantitativo è stato determinato in modo da garantire contemporaneamente sia una adeguata preparazione degli emocomponenti (concentrati di globuli rossi, piastrine, unità di plasma) sia l’assenza di complicanze per il donatore.

OGNI QUANTO TEMPO SI PUO DONARE?

Il numero massimo di donazioni di sangue intero, previsto dalla legge, è di 4 all’anno per l’uomo e di 2 per la donna in età fertile, con intervallo minimo di novanta giorni fra una donazione e l’altra.
È prevista una periodicità diversa, regolamentata dalla vigente legge, per la donazione di emocomponenti (plasma, piastrine).
La chiamata alla donazione è attuata dalle Associazioni dei Donatori Volontari d’intesa con i Servizi Trasfusionali.

QUANTO TEMPO OCCORRE PER REINTEGRARE IL SANGUE?

La quota liquida del sangue viene ricostituita nell’arco di poche ore
grazie a meccanismi naturali e di recupero che richiamano liquidi entro i vasi sanguigni; la quota corpuscolata (Globuli Rossi, Globuli Bianchi, Piastrine) viene ricostituita in tempi variabili a seconda della cellula considerata, comunque sempre in pochi giorni.

CHE COSE’ L'AFERESI?

L’aferesi è una tecnica particolare di prelievo con la quale è possibile sottrarre una o più componenti del sangue, restituendo al donatore ciò che non si intende raccogliere. Per esempio, restituendo i globuli rossi possono essere sottratte maggiori quantità di plasma o di piastrine poiché l’organismo recupera con grande rapidità le perdite di plasma, di piastrine, di globuli bianchi.
Per eseguire l’aferesi occorrono degli apparecchi, i separatori cellulari, ai quali il donatore viene collegato attraverso un circuito sterile e monouso.
La donazione di plasma in aferesi, plasmaferesi, ha una durata di circa 60 minuti, durante i quali vengono raccolti da 450 a 650 millilitri di plasma; il donatore deve disporre di tutti i requisiti per l’idoneità al prelievo di sangue intero ma l’emoglobina può avere valori anche più bassi (11,5 g/dl nella donna e 12,5 g/dl nell’uomo); in un programma di plasmaferesi continuativo si possono donare fino a 10 litri di plasma all’anno e l’intervallo minimo tra due plasmaferesi è di 14 giorni (così come fra una donazione di plasma e una di sangue intero, mentre un mese fra sangue intero e plasma). Per una maggiore tutela del donatore l’Avis consiglia comunque sempre un intervallo di 2 mesi tra una donazione e l’altra.
La donazione di piastrine in aferesi, piastrinoaferesi, dura anch’essa circa 60 minuti e richiede, oltre ai requisiti necessari per la donazione di sangue intero, un numero di piastrine circolanti superiore a 150-200.000/mmc; il numero massimo consentito è di 6 piastrinoaferesi all’anno.
Accanto a queste donazioni, esiste la possibilità di eseguire donazioni multiple di emocomponenti in aferesi (donazioni multicomponente), come la donazione di plasma + piastrine o di piastrine + globuli rossi oppure la doppia donazioni di piastrine o di globuli rossi.
Esiste infine la possibilità, per i donatori iscritti al registro dei donatori di midollo osseo, di effettuare la donazione in aferesi di cellule staminali del sangue periferico.

ESISTONO RISCHI PER LA PROPRIA SALUTE DONANDO IL SANGUE O GLI EMOCOMPONENTI?

Possibili effetti non desiderati, e comunque infrequenti, conseguenti alle procedure di prelievo sono: dolore localizzato o formazione di ematoma nel punto di inserzione dell’ago, abbassamento della pressione, capogiro, sudorazione, talvolta svenimento, nausea e vomito ma solo raramente se non si è ben riposati o se si è a digiuno da più di 10 ore. Raramente si possono avere contrazioni muscolari involontarie o crisi convulsive (soprattutto in persone che avessero già sofferto in passato di analoghe crisi e non le avessero riferite al medico selezionatore). II personale medico e infermieristico è sempre a disposizione per fronteggiare prontamente e porre rimedio a qualsiasi inconveniente.
Non esiste invece alcun rischio di contrarre infezioni con la donazione dal momento che il materiale impiegato è totalmente sterile e monouso, sia per il sangue intero che per tutte le procedure di aferesi.

 

A COSA SERVONO LE ANALISI EFFETTUATE IN CONCOMITANZA DELLA DONAZIONE?

Esse hanno il duplice scopo di poter convalidare la donazione, cioè di garantire che il sangue o emocomponente raccolto non costituisca pericolo per il ricevente, specie sul versante infettivo (con i limiti legati alla sensibilità del test nelle fasi “finestra” immediatamente successive a un’infezione, quando non si possono ancora rilevare i microrganismi in causa o gli anticorpi sviluppati contro di essi), e di poter controllare lo stato di salute del donatore. E’ per questo che diventare donatore significa anche compiere una buona azione verso se stessi: i controlli clinici ai quali i donatori vengono periodicamente sottoposti e le analisi effettuate in occasione di ciascuna donazione aumentano sensibilmente la probabilità di diagnosi, in caso di malattia.
Qualora le analisi di laboratorio o gli altri test clinici ponessero in evidenza anomalie o eventuali patologie l’unità verrà eventualmente eliminata ed il donatore verrà informato, per posta o anche telefonicamente, a cura della struttura trasfusionale. Se necessario, il donatore sarà invitato ad effettuare ulteriori controlli o visite specialistiche e, in relazione al tipo di anomalia riscontrata, potrà essere sospeso temporaneamente o permanentemente dalle donazioni.

 

 

IL CANDIDATO DONATORE PUO CAMBIARE IDEA PRIMA DI DONARE?

Certamente, egli può ritirarsi o rinviare la donazione per propria decisione in qualunque momento della procedura. Qualora insorgano dubbi il donatore, in ogni momento, può chiedere ragguagli e valutare con il medico prelevatore la propria idoneità alla donazione medesima.

 

 

DOPO LA DONAZIONE SONO NECESSARIE PARTICOLARI AVVERTENZE?

A parte il breve periodo di riposo immediatamente successivo al prelievo ed il leggero ristoro, il donatore non deve svolgere attività o hobby rischiosi (per esempio guida di mezzi pubblici, uso di scale, lavoro su ponteggi, ascensioni, immersioni,…) nelle 24 ore successive alla donazione. Nella giornata della donazione si consiglia di introdurre un maggior quantitativo di liquidi (es. acqua, succo di frutta, tè o latte, ecc.) per reintegrare quelli donati.
Inoltre, se il donatore ha maturato dubbi riguardo l’opportunità che il sangue che ha donato venga utilizzato, a maggior tutela della salute dei pazienti trasfusi è invitato a chiedere che la sua donazione venga eliminata. E’ necessario infine, sempre ai fini della tutela dei riceventi, che il donatore comunichi tempestivamente al personale della struttura trasfusionale eventuali malattie insorte nei giorni successivi la donazione, con particolare riferimento a malattie infettive.

 

COME SONO TRATTATI I DATI PERSONALI E SANITARI DEL DONATORE?

Essi sono trattati secondo le modalità previste dalla normativa vigente garantendone la riservatezza. In particolare: il colloquio con il medico selezionatore è vincolato dal più rigoroso segreto professionale e d’ufficio; i dati anagrafici vengono condivisi con l’Associazione Donatori cui il donatore eventualmente si è iscritto e con l’archivio informatico regionale dei donatori di sangue; le informazioni sanitarie, compresi i risultati delle analisi di laboratorio e gli eventuali motivi di sospensione dalle donazioni sono riservate ai medici del Centro Trasfusionale e al medico responsabile sanitario della rispettiva Associazione Donatori