COME DIVENTARE DONATORE DI SANGUE

• Età: 18-60 anni (per candidarsi a diventare donatori). i
Peso: Superiore ai 50 kg.
Stato di salute: Buono.
Stile di vita: Nessun comportamento a rischio che possa compromettere la nostra salute 8 e/o quella di chi riceve il nostro sangue.

TAPPE

  1. La registrazione
    Dopo aver richiesto un documento di riconoscimento valido, il medico inserisce i tuoi dati nella Banca dati del Sistema trasfusionale e ti guida nella compilazione del questionario pre-donazione.
  2. Visita di idoneità
    Prima di ogni donazione, ti vengono prelevati alcuni campioni di sangue necessari ai test predonazione, segue un colloquio confidenziale e una visita con un medico per verificare l’idoneità alla donazione, nel rispetto della sicurezza del donatore e del ricevente.
  3. Il prelievo
    Il prelievo del sangue e degli emocomponenti è effettuato da personale sanitario preparato e qualificato. La procedura per il prelievo è semplice e innocua, il materiale utilizzato è monouso e permette di garantire l’assoluta sicurezza per il donatore.
  4. Dopo la donazione
    Dopo il prelievo ti viene offerta una colazione. Ricorda che se sei un lavoratore dipendente hai diritto alla giornata di riposo retribuita.

CHI NON PUO’ DONARE SANGUE?

Tramite il sangue è possibile trasmettere malattie infettive (virus, batteri, funghi), è quindi importante escludere dalle donazioni temporaneamente o definitivamente:

  • Chi ha contratto, anche in passato, un’epatite virale di tipo B o C, o un’infezione da virus HIV/AIDS;
  • Chi è tossicodipendente o alcoolista o fa uso non prescritto di sostanze farmacologiche per via intramuscolare o endovenosa o tramite altri strumenti in grado di trasmettere gravi malattie infettive, comprese sostanze stupefacenti, steroidi o ormoni a scopo di culturismo fisico;
  • Chi, da meno di 4 mesi, è stato sottoposto ad interventi chirurgici di rilievo o a esami endoscopici (es. gastroscopia, artroscopia) o si è sottoposto a tatuaggi o body piercing o ha avuto uno stretto contatto domestico con persone affette da epatite B e/o C o si è ferito accidentalmente con una siringa o altri strumenti contaminati di sangue;
  •  Chi è ritornato da meno di 3 mesi da un viaggio in zona endemica per malattie tropicali o da meno di 6 mesi da un viaggio in zona endemica per la malaria;
  •  Chi ha comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive, compresi coloro che hanno rapporti sessuali, anche se occasionali e protetti, con persone le quali potrebbero essere affette da epatite virale o infezione HIV o essere tossicodipendenti.
    Inoltre, alcune condizioni cliniche rendono il donatore non idoneo alla donazione di sangue al fine di tutelare la sua stessa salute:
  • Chi ha sofferto o soffre di crisi di svenimenti o convulsioni;
  •  Chi ha sofferto o soffre di malattie cardiovascolari, respiratorie, gastrointestinali o renali importanti o croniche, malattie del sangue, neoplasie o malattie maligne;
  • Chi è in gravidanza o ha avuto un parto da meno di I anno o un’in¬terruzione della gravidanza da meno di 6 mesi.

QUALI SONO I SEGNI E SINTOMI DI INFEZIONE DA HIV/AIDS?

L’AIDS è una malattia infettiva contagiosa dovuta al virus HIV. Tale virus si trasmette con il sangue e con i rapporti sessuali. L’evoluzione dell’HIV-AIDS varia da soggetto a soggetto: l’infezione può essere caratterizzata da un lungo periodo privo di sintomi, anche 10 anni, cui se¬gue un periodo di coinvolgimento generale dell’organismo con febbre, perdita di peso, ingrandimento ghiandolare, nausea, vomito, infezioni frequenti; a questo fa seguito l’evoluzione della malattia con interessamento polmonare, intestinale, manifestazioni cutanee, complicanze neurologiche che nonostante la terapia farmacologica si conclude con la morte del soggetto. Non esistendo ad oggi cure realmente efficaci in grado di portare a guarigione il paziente l’impegno comune deve mirare a prevenire il contagio. Trattandosi inoltre di malattia particolarmente insidiosa a causa del lungo periodo di incubazione senza segni clinici evidenti, è di particolare importanza la valutazione dei fattori di rischio (abi¬tudini di vita e sessuali) per prevenire la trasmissione del virus.
Il sangue prelevato a tutti i donatori a scopo trasfusionale, viene analizzato ad ogni donazione per individuare la presenza degli anticorpi anti-HIV, che segnalano l’avvenuto contagio. Tuttavia, l’assenza degli anticorpi anti-HIV non garantisce in maniera assoluta la non infettività del sangue in quanto tra il contagio e la comparsa degli anticorpi esiste un intervallo di durata variabile da 1 a 6 mesi (o più) e durante tale periodo, detto “periodo finestra” il sangue pur essendo sieronegativo può potenzialmente trasmettere l’infezione. Nuovi test di laboratorio che ricercano, anziché anticorpi, materiale genetico del virus riducono sensibilmente, ma non annullano del tutto, il periodo finestra.

 

 

QUALI SONO I SEGNI E SINTOMI DI EPATITE?

I virus delle epatiti virali possono essere causa di malattie identiche e indistinguibili tra loro. Così come per l’HIV, i virus delle epatiti (principalmente B e C) si trasmettono con il sangue e con i rapporti sessuali, anche se spesso la via di contagio rimane inapparente e sconosciuta. La malattia si può presentare in varie forme: itterica (comparsa di colorazione gialla della cute e delle mucose accompagnata da malessere generale, nausea e vomito, facile stancabilità, eventuale febbricola), asintomatica (mancanza dei sintomi precedenti o presenti in forma sfumata), antitterica (mancanza di ittero), cronica (il virus rimane localizzato nel fegato, continua la sua azione lesiva e può evolvere, anche dopo anni, in cirrosi e comparsa di tumore del fegato), fulminante (forma molto grave, che può portare rapidamente a morte).

Per quanto riguarda la diagnosi, almeno in alcune fasi della malattia si può verificare nel sangue un aumento delle transaminasi (enzimi epatici ALT e AST); agli esami di laboratorio è inoltre rilevabile una positività dei marcatori specifici delle epatiti B e C, peraltro con gli stessi limiti descritti per l’HIV per quanto riguarda il “periodo finestra”.

COME E’ POSSIBILE PREVENIRE L'INFEZIONE DA HIV E L'EPATITE?

Dal momento che i virus responsabili di queste malattie si possono trasmettere con il sangue e i suoi componenti e con i rapporti sessuali, che l’infezione può persistere per molto tempo anche senza alcun sintomo, e che la diagnosi di laboratorio soffre dei limiti legati al “periodo finestra”, è assolutamente importante escludere dalle donazioni i soggetti in grado di diffondere tali malattie. Per questo motivo non devono donare sangue ed emocomponenti le persone potenzialmente a rischio quali, in particolare, coloro che sanno di avere contratto un’epatite B o C o un’infezione da virus HIV o che hanno comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive (cambio frequente del partner, rapporti con persone sconosciute, ecc.) o che fanno uso di sostanze stupefacenti. Da notare che anche un singolo rapporto sessuale a rischio o l’impiego per una sola volta di una siringa o di un ago infetti possono trasmettere l’infezione anche se, per quanto riguarda i rapporti sessuali, l’uso del preservativo riduce enormemente il rischio di contagio ma non Io azzera completamente.
Per quanto riguarda la vaccinazione, è attualmente possibile e anzi consigliata quella per l’epatite B (oltreché per l’epatite A di origine alimentare), mentre per l’AIDS e per l’Epatite C non esiste a tutt’oggi alcun vaccino valido.

 

CHE COSA AVVIENE PRIMA DELLA DONAZIONE?

La sera precedente la donazione è consentita l’assunzione di un pasto normale senza eccessi di grassi o alcolici. Il giorno della donazione è consentito fare una colazione leggera con caffè o thè e biscotti secchi.
Il donatore viene invitato a leggere attentamente e a compilare, fornendo risposte precise e veritiere, un questionario da valutare con il medico.
Viene inoltre determinato il livello di emoglobina, di ematocrito, di globuli rossi e di piastrine del sangue, onde verificare che sia normale.
Successivamente il medico valuta le condizioni generali di salute del candidato donatore e, una volta accertato che egli possieda i requisiti previsti per l’accettazione, formalizza il giudizio di idoneità alla donazione e richiede al candidato di dare il proprio consenso informato alla donazione e al trattamento dei dati personali. Il colloquio con il medico, riservato e coperto dal segreto professionale, è teso a verificare che il donatore abbia compreso tutte le domande che gli sono state poste e che quindi non esistano rischi derivanti dalla donazione né per la salute del donatore né per quella dei riceventi; eventuali domande o richieste di chiarimento possono essere rivolte al medico in qualsiasi momento della procedura.

 

COSA FARE SE SI E’ INCORSI IN UNA SITUAZIONE A RISCHIO COME QUELLE DESCRITTE IN PRECEDENZA?

Il candidato donatore deve autoescludersi dalla donazione (che potrebbe recare danno a chi riceve il sangue) e per farlo ha diverse possibilità:
• può chiedere di conferire con il medico del Servizio che darà i consigli necessari;
• può rinviare la donazione (anche se ha ricevuto una lettera o telefonata di convocazione) o allontanarsi dal Servizio senza dover dare particolari spiegazioni; è utile comunque chiarire la situazione con un medico.